Origini del kokedama
Origine del Kokedama
Non ci sono origini storiche sulla sua origine, ma piuttosto credenze e leggende. La leggenda più popolare narra che sia nato per pura casualità grazie all’ingegno di un contadino giapponese molto povero, che non poteva permettersi di acquistare un piccolo vaso dove coltivare la sua pianta preferita.
Pensò così di inglobare la pianta, con tutte le radici, in un miscuglio fangoso rivestito con muschio. Ed è così che nacque il primo della storia.
Si diffuse durante il periodo Edo (XVII – seconda metà XIX), come evoluzione dello stile bonsai detto Kengai, che si ispira alla natura che cresce in condizioni difficili e ambienti ostili: pareti a picco sul mare, strette gole di montagna, pareti rocciose sferzate dal vento…
Oggi trasmette molta meno drammaticità. Anzi, oseremmo dire, tutt’altro effetto. Amatissimo da artisti e designer, questa palla verde conferisce all’ambiente in cui è collocata un’atmosfera di immediata pace e serenità.
Significato
Letteralmente significa ‘perla di muschio’. Era una tecnica già in voga nel 1600 in opposizione alla tecnica del bonsai.
Usi del Kokedama
Si può utilizzare in vari modi:
Decorazione d’interni. Si tratta di composizioni altamente decorative. Vengono spesso utilizzate per la realizzazione di giardini verticali, ma anche come elementi di arredo. Spesso sono sospese a mezz’aria e legate con un filo di nylon. Come complemento decorativo d’arredo le sfere possono essere appoggiate ad una base come un vassoio, una ciotola, un’alzatina per dolci… e fungere così anche come centrotavola green. Se sospesi, possono essere utilizzati da soli oppure in combinazione con altri tipi di piante.
Idea regalo. Sono composizioni ideali anche per essere regalate. Al posto di un classico mazzo di fiori, di breve durata, quest’idea andrà ad abbellire casa e resisterà nel tempo, come un vero e proprio complemento d’arredo.
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